Il cuore è un elastico.
Forse un trampolino elastico.
Capita spesso nella vita di permettere che altri ci si allenino sopra, ci si facciano i muscoli per spiccare il volo. Anche più persone contemporaneamente, è ovvio, viviamo a contatto con molte persone, animali, cose. Tutto può rimbalzare sul trampolino elastico che è il nostro cuore.
Alcuni saltatori sono meno pericolosi, come gli amici e le amiche per esempio, perché, di solito, (conosco personalmente folli eccezioni a questa regola) saltano senza premere troppo a fondo sul nostro cuore, riservando i salti più pericolosi, e quindi le pressioni maggiori, ad altri cuori che non sono il nostro.
Gli amici e le amiche che sono innamorati (non di noi ovviamente altrimenti perderebbero la qualifica amicale) sono i meno pericolosi di tutti, perché hanno già scelto un cuore su cui fare i salti più pericolosi, che non è il nostro... che sollievo!
Innamorarsi forse significa proprio affezionarsi a un certo cuore in modo particolare, esclusivo, eleggerlo come luogo privilegiato di “allenamento” perché si sente, fin dai primi saltelli, di potercisi abbandonare completamente , ci si può saltare sopra e ad ogni ricaduta l’elastico sarà lì, pronto, sotto i nostri piedi, ad accoglierci per poi rilanciarci verso l’alto, sempre più su, senza neanche dire “ahia” troppo forte – perché al cuore, anche se innamorato, un pochino di male, quando gli ci si preme sopra, forse glielo si fa. Questi saltatori “affezionati”, o “innamorati”, continuano a rimbalzare anche su altri cuori ovviamente, ma solo sul loro cuore privilegiato osano i salti più alti (e di conseguenza le pressioni più potenti) finchè un giorno…
…Finchè un giorno premono così forte che spiccano un salto alto, molto alto, che li proietta così in alto da entrare in orbita, da vincere la forza di gravità e non ridiscendere più. Vertigine del volo. Paura… trampolino infingardo mi hai fottuto! Bastardo trampolino cosa mi hai fatto? Ho paura! Ho pauraaaaa…. ma, ehi ma, un momento… non ho solo paura… ho anche, ho anche libertà assoluta… abbandono e planate, solitudine e virate… volo. Vertiginoso e splendido volo… cielo infinito.
Ma, che ne è stato del trampolino là sotto? Come quale trampolino? Quello che li ha spediti in orbita, ve lo siete dimenticati? Può capitare, ai più distratti, di dimenticarsi completamente di quel trampolino, magari anche solo per qualche secondo di euforia antigravitazionale, ma poi quando ci se ne ricorda, può capitare di volerlo ritrovare, magari anche solo per ringraziarlo, o magari per dirgli che tutte le volte che si vorrà trovare un po’ di quiete sarà da lui che si ritornerà, non più per gravità questa volta, ma per scelta e atterraggio d’amore…
Allora si guarda laggiù e si ricominciano a vedere tanti trampolini su cui magari si torna anche a fare qualche saltello. Saltelli da marziano questa volta. Per qualche strana ragione però, si fatica a ritrovare quel trampolino, il nostro trampolino, quello che ci ha spediti in orbita senza neanche dire “ahia” troppo forte.
Ma come? Dove ti sei nascosto trampolino? Fatti ritrovare dai, che adesso che posso volare così in alto non posso stare a perdere troppo tempo quaggiù per cercarti… Trampolino? Trampolinoooooo?
E qui solo alcuni, i più innamorati forse, i più generosi, si danno il tempo di ritrovare quel trampolino, il proprio trampolino, altri impazientemente se ne vanno a volare, ora che possono farlo anche senza bisogno di alcun trampolino.
Ma perché può essere difficile ritrovare il proprio trampolino? Che è successo? Perché si nasconde?
Forse non è che si nasconde, forse, semplicemente, non è più trampolino!
Voi lo cercate fra i trampolini e lui, il trampolino, l’elastico, si è spezzato.
Non si è nascosto, si è spezzato per poter permettere il vostro volo e allora… paura… saltatore infingardo mi hai fottuto! Bastardo saltatore cosa mi hai fatto? Ho paura! Ho pauraaaaaaaaaaa… che ne è stato di me? …ma, ehi ma, un momento… non ho solo paura… ho anche, ho anche libertà assoluta… non sono più elastico, o meglio, sono uno strano tipo di elastico… affondo e risalgo, mi confondo e… sono, sono… sono acqua, sono mare, vertiginoso e splendido mare…
E allora, come forse si sarà capito, è proprio laggiù, molto in fondo, dove cielo e mare si confondono e dove, giustamente, i nostri occhi non osano arrivare, che il saltatore e l’elastico si possono ritrovare, e annullati, diversi, cambiati, lontani dal nostro sguardo indiscreto, fare l’amore per sempre… mentre i loro resti terreni, poco più che mucchietti di ossa e brandelli di carne e sangue tenuti insieme dal respiro, abitano la terra felici.
Chi è saltatore e chi è trampolino?
Lo sono entrambi?
E’ forse importante?
Importante è fare l’amore, laggiù, dove gli occhi degli altri non osano arrivare, e continuare ad abitare la terra felici, il più a lungo possibile.
Dedicato al cielo che ti ha sorriso.
Che iddio ti cerry!
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