…e fu così che una mamma ospitò l’altra
almeno tre ogni quattro
Compledanno Complehanno Complefanno
Che iddio ti cerry!
venerdì 26 febbraio 2010
Proteggi Davide
giovedì 25 febbraio 2010
Elogio della metafora
Il cuore è un elastico.
Forse un trampolino elastico.
Capita spesso nella vita di permettere che altri ci si allenino sopra, ci si facciano i muscoli per spiccare il volo. Anche più persone contemporaneamente, è ovvio, viviamo a contatto con molte persone, animali, cose. Tutto può rimbalzare sul trampolino elastico che è il nostro cuore.
Alcuni saltatori sono meno pericolosi, come gli amici e le amiche per esempio, perché, di solito, (conosco personalmente folli eccezioni a questa regola) saltano senza premere troppo a fondo sul nostro cuore, riservando i salti più pericolosi, e quindi le pressioni maggiori, ad altri cuori che non sono il nostro.
Gli amici e le amiche che sono innamorati (non di noi ovviamente altrimenti perderebbero la qualifica amicale) sono i meno pericolosi di tutti, perché hanno già scelto un cuore su cui fare i salti più pericolosi, che non è il nostro... che sollievo!
Innamorarsi forse significa proprio affezionarsi a un certo cuore in modo particolare, esclusivo, eleggerlo come luogo privilegiato di “allenamento” perché si sente, fin dai primi saltelli, di potercisi abbandonare completamente , ci si può saltare sopra e ad ogni ricaduta l’elastico sarà lì, pronto, sotto i nostri piedi, ad accoglierci per poi rilanciarci verso l’alto, sempre più su, senza neanche dire “ahia” troppo forte – perché al cuore, anche se innamorato, un pochino di male, quando gli ci si preme sopra, forse glielo si fa. Questi saltatori “affezionati”, o “innamorati”, continuano a rimbalzare anche su altri cuori ovviamente, ma solo sul loro cuore privilegiato osano i salti più alti (e di conseguenza le pressioni più potenti) finchè un giorno…
…Finchè un giorno premono così forte che spiccano un salto alto, molto alto, che li proietta così in alto da entrare in orbita, da vincere la forza di gravità e non ridiscendere più. Vertigine del volo. Paura… trampolino infingardo mi hai fottuto! Bastardo trampolino cosa mi hai fatto? Ho paura! Ho pauraaaaa…. ma, ehi ma, un momento… non ho solo paura… ho anche, ho anche libertà assoluta… abbandono e planate, solitudine e virate… volo. Vertiginoso e splendido volo… cielo infinito.
Ma, che ne è stato del trampolino là sotto? Come quale trampolino? Quello che li ha spediti in orbita, ve lo siete dimenticati? Può capitare, ai più distratti, di dimenticarsi completamente di quel trampolino, magari anche solo per qualche secondo di euforia antigravitazionale, ma poi quando ci se ne ricorda, può capitare di volerlo ritrovare, magari anche solo per ringraziarlo, o magari per dirgli che tutte le volte che si vorrà trovare un po’ di quiete sarà da lui che si ritornerà, non più per gravità questa volta, ma per scelta e atterraggio d’amore…
Allora si guarda laggiù e si ricominciano a vedere tanti trampolini su cui magari si torna anche a fare qualche saltello. Saltelli da marziano questa volta. Per qualche strana ragione però, si fatica a ritrovare quel trampolino, il nostro trampolino, quello che ci ha spediti in orbita senza neanche dire “ahia” troppo forte.
Ma come? Dove ti sei nascosto trampolino? Fatti ritrovare dai, che adesso che posso volare così in alto non posso stare a perdere troppo tempo quaggiù per cercarti… Trampolino? Trampolinoooooo?
E qui solo alcuni, i più innamorati forse, i più generosi, si danno il tempo di ritrovare quel trampolino, il proprio trampolino, altri impazientemente se ne vanno a volare, ora che possono farlo anche senza bisogno di alcun trampolino.
Ma perché può essere difficile ritrovare il proprio trampolino? Che è successo? Perché si nasconde?
Forse non è che si nasconde, forse, semplicemente, non è più trampolino!
Voi lo cercate fra i trampolini e lui, il trampolino, l’elastico, si è spezzato.
Non si è nascosto, si è spezzato per poter permettere il vostro volo e allora… paura… saltatore infingardo mi hai fottuto! Bastardo saltatore cosa mi hai fatto? Ho paura! Ho pauraaaaaaaaaaa… che ne è stato di me? …ma, ehi ma, un momento… non ho solo paura… ho anche, ho anche libertà assoluta… non sono più elastico, o meglio, sono uno strano tipo di elastico… affondo e risalgo, mi confondo e… sono, sono… sono acqua, sono mare, vertiginoso e splendido mare…
E allora, come forse si sarà capito, è proprio laggiù, molto in fondo, dove cielo e mare si confondono e dove, giustamente, i nostri occhi non osano arrivare, che il saltatore e l’elastico si possono ritrovare, e annullati, diversi, cambiati, lontani dal nostro sguardo indiscreto, fare l’amore per sempre… mentre i loro resti terreni, poco più che mucchietti di ossa e brandelli di carne e sangue tenuti insieme dal respiro, abitano la terra felici.
Chi è saltatore e chi è trampolino?
Lo sono entrambi?
E’ forse importante?
Importante è fare l’amore, laggiù, dove gli occhi degli altri non osano arrivare, e continuare ad abitare la terra felici, il più a lungo possibile.
Dedicato al cielo che ti ha sorriso.
Che iddio ti cerry!
Forse un trampolino elastico.
Capita spesso nella vita di permettere che altri ci si allenino sopra, ci si facciano i muscoli per spiccare il volo. Anche più persone contemporaneamente, è ovvio, viviamo a contatto con molte persone, animali, cose. Tutto può rimbalzare sul trampolino elastico che è il nostro cuore.
Alcuni saltatori sono meno pericolosi, come gli amici e le amiche per esempio, perché, di solito, (conosco personalmente folli eccezioni a questa regola) saltano senza premere troppo a fondo sul nostro cuore, riservando i salti più pericolosi, e quindi le pressioni maggiori, ad altri cuori che non sono il nostro.
Gli amici e le amiche che sono innamorati (non di noi ovviamente altrimenti perderebbero la qualifica amicale) sono i meno pericolosi di tutti, perché hanno già scelto un cuore su cui fare i salti più pericolosi, che non è il nostro... che sollievo!
Innamorarsi forse significa proprio affezionarsi a un certo cuore in modo particolare, esclusivo, eleggerlo come luogo privilegiato di “allenamento” perché si sente, fin dai primi saltelli, di potercisi abbandonare completamente , ci si può saltare sopra e ad ogni ricaduta l’elastico sarà lì, pronto, sotto i nostri piedi, ad accoglierci per poi rilanciarci verso l’alto, sempre più su, senza neanche dire “ahia” troppo forte – perché al cuore, anche se innamorato, un pochino di male, quando gli ci si preme sopra, forse glielo si fa. Questi saltatori “affezionati”, o “innamorati”, continuano a rimbalzare anche su altri cuori ovviamente, ma solo sul loro cuore privilegiato osano i salti più alti (e di conseguenza le pressioni più potenti) finchè un giorno…
…Finchè un giorno premono così forte che spiccano un salto alto, molto alto, che li proietta così in alto da entrare in orbita, da vincere la forza di gravità e non ridiscendere più. Vertigine del volo. Paura… trampolino infingardo mi hai fottuto! Bastardo trampolino cosa mi hai fatto? Ho paura! Ho pauraaaaa…. ma, ehi ma, un momento… non ho solo paura… ho anche, ho anche libertà assoluta… abbandono e planate, solitudine e virate… volo. Vertiginoso e splendido volo… cielo infinito.
Ma, che ne è stato del trampolino là sotto? Come quale trampolino? Quello che li ha spediti in orbita, ve lo siete dimenticati? Può capitare, ai più distratti, di dimenticarsi completamente di quel trampolino, magari anche solo per qualche secondo di euforia antigravitazionale, ma poi quando ci se ne ricorda, può capitare di volerlo ritrovare, magari anche solo per ringraziarlo, o magari per dirgli che tutte le volte che si vorrà trovare un po’ di quiete sarà da lui che si ritornerà, non più per gravità questa volta, ma per scelta e atterraggio d’amore…
Allora si guarda laggiù e si ricominciano a vedere tanti trampolini su cui magari si torna anche a fare qualche saltello. Saltelli da marziano questa volta. Per qualche strana ragione però, si fatica a ritrovare quel trampolino, il nostro trampolino, quello che ci ha spediti in orbita senza neanche dire “ahia” troppo forte.
Ma come? Dove ti sei nascosto trampolino? Fatti ritrovare dai, che adesso che posso volare così in alto non posso stare a perdere troppo tempo quaggiù per cercarti… Trampolino? Trampolinoooooo?
E qui solo alcuni, i più innamorati forse, i più generosi, si danno il tempo di ritrovare quel trampolino, il proprio trampolino, altri impazientemente se ne vanno a volare, ora che possono farlo anche senza bisogno di alcun trampolino.
Ma perché può essere difficile ritrovare il proprio trampolino? Che è successo? Perché si nasconde?
Forse non è che si nasconde, forse, semplicemente, non è più trampolino!
Voi lo cercate fra i trampolini e lui, il trampolino, l’elastico, si è spezzato.
Non si è nascosto, si è spezzato per poter permettere il vostro volo e allora… paura… saltatore infingardo mi hai fottuto! Bastardo saltatore cosa mi hai fatto? Ho paura! Ho pauraaaaaaaaaaa… che ne è stato di me? …ma, ehi ma, un momento… non ho solo paura… ho anche, ho anche libertà assoluta… non sono più elastico, o meglio, sono uno strano tipo di elastico… affondo e risalgo, mi confondo e… sono, sono… sono acqua, sono mare, vertiginoso e splendido mare…
E allora, come forse si sarà capito, è proprio laggiù, molto in fondo, dove cielo e mare si confondono e dove, giustamente, i nostri occhi non osano arrivare, che il saltatore e l’elastico si possono ritrovare, e annullati, diversi, cambiati, lontani dal nostro sguardo indiscreto, fare l’amore per sempre… mentre i loro resti terreni, poco più che mucchietti di ossa e brandelli di carne e sangue tenuti insieme dal respiro, abitano la terra felici.
Chi è saltatore e chi è trampolino?
Lo sono entrambi?
E’ forse importante?
Importante è fare l’amore, laggiù, dove gli occhi degli altri non osano arrivare, e continuare ad abitare la terra felici, il più a lungo possibile.
Dedicato al cielo che ti ha sorriso.
Che iddio ti cerry!
mercoledì 24 febbraio 2010
Per me
Tempo fa scrissi questa cosa:
Logica
Principio fondamentale
Non nominare
Corollario
Se è il tuo amore a chiedere di farlo, allora nomina
sii pronto a morire
violentando
il tuo sentire
inscatolando
lo in parole
per lei
Sii pronto a morire
per lui
ogni momento
tanto prima o poi ti tocca qualche malattia del cazzo
un incidente
Ora so che il corollario era sbagliato.
Se, richiesto di chiarimenti, ti scortichi l'anima per nominarti e "aiutare" chi ami a comprenderti meglio (talvolta capita che questo venga fatto per lenire lo spavento di te) rischi di essere definito "egocentrico".
Contemporaneamente può capitar di esser definito uno che si occupa troppo degli altri, trasformandoti così in uno strano centauro: un "egocentruista"!
Ha proprio ragione Giovanni quando dice che:
"Pretendere troppo dalle parole è pericoloso, c'è il rischio di farle scoppiare come bolle di sapone"
Che iddio ti cerry!
Logica
Principio fondamentale
Non nominare
Corollario
Se è il tuo amore a chiedere di farlo, allora nomina
sii pronto a morire
violentando
il tuo sentire
inscatolando
lo in parole
per lei
Sii pronto a morire
per lui
ogni momento
tanto prima o poi ti tocca qualche malattia del cazzo
un incidente
Ora so che il corollario era sbagliato.
Se, richiesto di chiarimenti, ti scortichi l'anima per nominarti e "aiutare" chi ami a comprenderti meglio (talvolta capita che questo venga fatto per lenire lo spavento di te) rischi di essere definito "egocentrico".
Contemporaneamente può capitar di esser definito uno che si occupa troppo degli altri, trasformandoti così in uno strano centauro: un "egocentruista"!
Ha proprio ragione Giovanni quando dice che:
"Pretendere troppo dalle parole è pericoloso, c'è il rischio di farle scoppiare come bolle di sapone"
Che iddio ti cerry!
lunedì 22 febbraio 2010
Missionari di pace
Afghanistan 22 febbraio 2010
Almeno trenta civili uccisi in un raid della Nato
Un raid aereo della Nato ha causato domenica la morte di almeno trenta civili, tra cui donne e bambini, nella provincia afgana di Uruzgan.
“Un gruppo di sospetti guerriglieri, che si pensava stessero per attaccare le forze armate afgane e internazionali, è stato bombardato dagli aeri della Nato, che hanno causato morti e feriti”, ha ammesso in un comunicato l’Isaf, la forza internazionale di assistenza alla sicurezza. “Le forze armate di terra arrivate in seguito sulla scena hanno riscontrato che tra le vittime ci sono donne e bambini, e hanno portato i feriti in ospedale”.
Il ministero dell’interno afgano ha dichiarato che effettivamente la Nato ha colpito un convoglio di tre minibus che trasportavano esclusivamente civili. Ora, spiega il Guardian, si teme che l’episodio possa riaccendere le polemiche tra la popolazione sulle vittime innocenti della guerra contro i taliban. Il governo di Kabul e la Nato hanno aperto un’inchiesta.
"Si teme che l'episodio possa riaccendere le polemiche"? Ma cosa dovrebbero fare? Farsi bombardare in testa, raccogliere i morti e pensare anche che tutto questo è fatto per il loro bene? Devono pensare "meno male che c'è questa missione di pace"?
Ma per piacere! Quanto tempo ancora dovremo assistere a queste stronzate ammantate di ipocrita preoccupazione per le sorti del mondo? Tornatevene a casa e lasciate che i popoli scelgano il loro destino e lottino contro la violenza con le armi della collaborazione e dell'organizzazione dal basso. Volete aiutare gli afghani e lottare con loro? Benissimo, dimostrate di avere veramente il coraggio e la dedizione al bene di cui vi fate finti paladini, andate a vivere laggiù senza la divisa e le armi dell'esercito più grande del mondo, ma vivete laggiù fianco a fianco con quella gente, coltivate la stessa terra, mangiate lo stesso cibo, crescete i vostri bambini a fianco dei loro, imparate cosa significa vivere laggiù con responsabilità e amore e a quel punto, ma solo a quel punto, odiate e combattete con loro, senza divisa, contro quelli che trasformano quelle terre in terre di violenza e sopraffazione.
Intanto, mentre noi ci occupiamo di Sanremo e delle bramosie sessuali di Bertolaso & C., come al solito c'è qualcuno che è un pò più avanti e si occupa di cose serie...
Paesi bassi 22 febbraio 2010
La caduta del governo fa tremare la Nato
Il governo di coalizione dei Paesi Bassi è caduto ieri dopo la bocciatura sulla proposta di rinnovo delle operazioni militari in Afghanistan. Un fatto che potrebbe avere importanti ripercussioni sia nella politica nazionale sia in quella estera.
Secondo il quotidiano dei Paesi Bassi Trouw, la crisi politica è il frutto dell’irresponsabilità delle principali formazioni politiche al governo, il Partito cristiano-democratico (Cda), di cui fa parte il primo ministro Jan Peter Balkenende, e il Partito laburista (Pvda). “Hanno anteposto i loro interessi a quelli del paese, non rendendosi conto delle conseguenze disastrose che il fallimento del governo poteva avere. La conseguenza principale, infatti, potrebbe essere il rafforzamento delle formazione politica di estrema destra Freedom party, di Geert Wilders”.
Il quotidiano belga De Tijd spiega che la crisi di governo arriva nel peggior momento possibile, proprio nel mezzo di una grave crisi economica. “I Paesi Bassi hanno bisogno immediatamente di almeno 35 miliardi di euro per soddisfare le richieste di riduzione del deficit dell’Unione europea. Ma il collasso del governo impedirà l’adozione di misure efficaci in tempi brevi”.
C’è anche chi si chiede quali saranno le conseguenze sul fronte afgano. Come El País: “La ritirata delle truppe dei Paesi Bassi arriverebbe proprio dopo l’inizio della vasta offensiva lanciata dagli alleati contro i taliban nel sud del paese. La defezione dei Paesi Bassi, pur non avendo gravi conseguenze dal punto di vista delle operazioni militari (visto che Amsterdam ha inviato pochi soldati nel paese), potrebbe scatenare un pericoloso effetto domino, che porterebbe altri paesi europei della coalizione Nato ad abbandonare il paese”.
Il quotidiano spagnolo spiega anche che in vista delle elezioni municipali di inizio marzo i maggiori partiti del paese stanno cercando di conquistare i voti delle minoranze. “I laburisti, i socialisti, i liberali e perfino i democristiani stanno usando per la loro campagna elettorale manifesti stampati in altre lingue. Serve ad attrarre i consensi degli elettori cinesi, arabi, turchi, marocchini e britannici”. E questo non è piaciuto ai partiti nazionalisti.
Che iddio ti cerry!
domenica 21 febbraio 2010
Miracoli della B & B SpA
L'Aquila:
in migliaia nella zona rossa per la protesta delle "mille chiavi"

L'AQUILA - E' il giorno della protesta all'Aquila, dei cittadini che - ancora una volta - forzano le transenne e che entrano nel centro storico in macerie e blindato. Per protestare. Domenica scorsa, alla prima protesta, erano meno di trecento. Stavolta sono quasi mille. "Domenica prossima dobbiamo essere 30 mila..." urla qualcuno. E stavolta c'è anche il sindaco della città, Massimo Cialente. Da prima si mischia tra la folla, poi strattonato e accerchiato decide di parlare alla gente che inveisce contro di lui, il governatore Gianni Chiodi e la Protezione Civile.
"Calmi... state calmi - interviene il sindaco salendo su una panchina di piazza Palazzo per farsi ascoltare - è vero, è una indecenza che dopo dieci mesi ci sono ancora quattro milioni e mezzo di metri cubi di macerie. Ma questo problema lo deve risolvere il Governo. La Protezione Civile ci ha salutati venti giorni fa (quando Guido Bertolaso si è dimesso da commissario straordinario per la ricostruzione) senza trovare una soluzione al problema. Ma io dico che spetta a loro trovare una via d'uscita, liberarci dalle macerie".
La gente urla. "Sindaco - inveisce un ragazzo tra la folla - non ti sei fatto valere in questi mesi... Non ci hai difesi. Pensi solo alle telecamere... Non parlare alla Rai, parla con noi, con i tuoi cittadini". E tra la folla sbuca Maria Luisa Busi, giornalista del Tg1 che prova a fare una domanda al sindaco, ma viene accerchiata anche lei. "C'è il Tg1... Vergogna! Minzolini è al servizio di Berlusconi! Vergogna! - urla un ragazzo - sono dieci mesi che raccontate che all'Aquila va tutto bene. Grazie a voi gli italiani sono convinti che qui hanno ricostruito le case. Sono mesi che lo dite...". La Busi prova a replicare. "Non io...". "Mesi" insiste il giovane. E lei: "Non io...". E poi aggiunge: "e poi che ci posso fare...". Poco dopo, la protesta è proseguita con l'appendere simbolicamente delle chiavi sulle transenne del corso e dire così "riprendiamoci la città".
Stavolta, poi, non si sono accontentati di varcare le barricate per raggiungere piazza Palazzo, la piazza del Comune, ma hanno proseguito oltre raggiungendo via Sallustio, una delle arterie principali e di lì raggiungere tutti quei vicoli e vicoletti per 10 mesi interdetti ai cittadini dopo il terremoto del 6 aprile.
Quande lu cele s'arifece chiare
e che ci cumparì l'archebalene,
lu vecchie s'armittì di bbona vene
e ddajje a ristrillà: "Lu castagnare!"
Lu ricche, immece, che tenè' la pene,
s'arivutà, e 'nche nu suspir' amare
je fece: "Nci ti 'mbusse nche stu mare?
sti ancor' a esse tu?" "O è serene
o nuvele, nen me fa 'mpressione
- fece lu vecchie - ca, sopr'a 'stu munne,
lu disperate queste tè de bbone:
ca mmezz' a tanta guaje ci s'asciacque.
Lu pesce, quande piove, nen 'ze 'mbunne:
pecchè? pecchè ci stave 'mmezz' a l'acque..."
Che iddio ti cerry!
in migliaia nella zona rossa per la protesta delle "mille chiavi"
L'AQUILA - E' il giorno della protesta all'Aquila, dei cittadini che - ancora una volta - forzano le transenne e che entrano nel centro storico in macerie e blindato. Per protestare. Domenica scorsa, alla prima protesta, erano meno di trecento. Stavolta sono quasi mille. "Domenica prossima dobbiamo essere 30 mila..." urla qualcuno. E stavolta c'è anche il sindaco della città, Massimo Cialente. Da prima si mischia tra la folla, poi strattonato e accerchiato decide di parlare alla gente che inveisce contro di lui, il governatore Gianni Chiodi e la Protezione Civile.
"Calmi... state calmi - interviene il sindaco salendo su una panchina di piazza Palazzo per farsi ascoltare - è vero, è una indecenza che dopo dieci mesi ci sono ancora quattro milioni e mezzo di metri cubi di macerie. Ma questo problema lo deve risolvere il Governo. La Protezione Civile ci ha salutati venti giorni fa (quando Guido Bertolaso si è dimesso da commissario straordinario per la ricostruzione) senza trovare una soluzione al problema. Ma io dico che spetta a loro trovare una via d'uscita, liberarci dalle macerie".
La gente urla. "Sindaco - inveisce un ragazzo tra la folla - non ti sei fatto valere in questi mesi... Non ci hai difesi. Pensi solo alle telecamere... Non parlare alla Rai, parla con noi, con i tuoi cittadini". E tra la folla sbuca Maria Luisa Busi, giornalista del Tg1 che prova a fare una domanda al sindaco, ma viene accerchiata anche lei. "C'è il Tg1... Vergogna! Minzolini è al servizio di Berlusconi! Vergogna! - urla un ragazzo - sono dieci mesi che raccontate che all'Aquila va tutto bene. Grazie a voi gli italiani sono convinti che qui hanno ricostruito le case. Sono mesi che lo dite...". La Busi prova a replicare. "Non io...". "Mesi" insiste il giovane. E lei: "Non io...". E poi aggiunge: "e poi che ci posso fare...". Poco dopo, la protesta è proseguita con l'appendere simbolicamente delle chiavi sulle transenne del corso e dire così "riprendiamoci la città".
Stavolta, poi, non si sono accontentati di varcare le barricate per raggiungere piazza Palazzo, la piazza del Comune, ma hanno proseguito oltre raggiungendo via Sallustio, una delle arterie principali e di lì raggiungere tutti quei vicoli e vicoletti per 10 mesi interdetti ai cittadini dopo il terremoto del 6 aprile.
Quande lu cele s'arifece chiare
e che ci cumparì l'archebalene,
lu vecchie s'armittì di bbona vene
e ddajje a ristrillà: "Lu castagnare!"
Lu ricche, immece, che tenè' la pene,
s'arivutà, e 'nche nu suspir' amare
je fece: "Nci ti 'mbusse nche stu mare?
sti ancor' a esse tu?" "O è serene
o nuvele, nen me fa 'mpressione
- fece lu vecchie - ca, sopr'a 'stu munne,
lu disperate queste tè de bbone:
ca mmezz' a tanta guaje ci s'asciacque.
Lu pesce, quande piove, nen 'ze 'mbunne:
pecchè? pecchè ci stave 'mmezz' a l'acque..."
Che iddio ti cerry!
Fine dell'irriverenza
Ho sempre avuto parecchi problemi con la "fine" di un qualcosa.
Non so, può essere che il non aver visto morire la mia nonna ma di aver potuto vederla solo su un freddo letto di marmo di una fredda stanza di ospedale (della quale appresi quel giorno, a 8 anni, lo strano nome: "obitorio") abbia avuto un qualche peso in questo.
Ad ogni modo oggi ho voglia di celebrare una "fine".
Perchè? Per estrema fiducia credo, per primavera ostinata e feroce, per bruciare inverno e lasciarmelo alle spalle. Fine dell'irriverenza dunque, che talvolta in passato mi è stata imputata. Fine dell'irriverenza, non per amputazione, ma per sorpasso. Come può esserci irriverenza in amore? E' come attribuire a qualcosa, qualsiasi cosa essa sia, una sacralità superiore all'amore... peccato mortale!
Può esistere qualcosa di più sacro dell'amore? No, a meno che l'amore sia ancora in fase di confusa e sofferta, per quanto ostinata e inevitabile, gemmazione.
E allora, grato per aver visto spuntare gemme di T.S. Eliot fra il verde che si annuncia in questa adorata, e conquistata, primavera, celebro la fine dell'irriverenza, quella imputata e quella tante volte amputata, per amore e discrezione. Spazio a tutta l'irriverenza che mi sgorga naturale senza mai il progetto di ferire, sminuire od umiliare, si gioca con tutto, anche con la bellezza, quando la si ama sopra ogni cosa...
Che iddio ti cerry!
Non so, può essere che il non aver visto morire la mia nonna ma di aver potuto vederla solo su un freddo letto di marmo di una fredda stanza di ospedale (della quale appresi quel giorno, a 8 anni, lo strano nome: "obitorio") abbia avuto un qualche peso in questo.
Ad ogni modo oggi ho voglia di celebrare una "fine".
Perchè? Per estrema fiducia credo, per primavera ostinata e feroce, per bruciare inverno e lasciarmelo alle spalle. Fine dell'irriverenza dunque, che talvolta in passato mi è stata imputata. Fine dell'irriverenza, non per amputazione, ma per sorpasso. Come può esserci irriverenza in amore? E' come attribuire a qualcosa, qualsiasi cosa essa sia, una sacralità superiore all'amore... peccato mortale!
Può esistere qualcosa di più sacro dell'amore? No, a meno che l'amore sia ancora in fase di confusa e sofferta, per quanto ostinata e inevitabile, gemmazione.
E allora, grato per aver visto spuntare gemme di T.S. Eliot fra il verde che si annuncia in questa adorata, e conquistata, primavera, celebro la fine dell'irriverenza, quella imputata e quella tante volte amputata, per amore e discrezione. Spazio a tutta l'irriverenza che mi sgorga naturale senza mai il progetto di ferire, sminuire od umiliare, si gioca con tutto, anche con la bellezza, quando la si ama sopra ogni cosa...
Che iddio ti cerry!
sabato 20 febbraio 2010
For two love hard workers
Me and my baby are working on a dream
Someday, a very coming soon day, we will scream to the world: "Surprise!"
Che iddio ti cerry!
Someday, a very coming soon day, we will scream to the world: "Surprise!"
Che iddio ti cerry!
venerdì 19 febbraio 2010
Per una foto
Attori
Impermeabili al trucco
Schizofrenici e sdoppiati?
Annullati? Centomilati?
No! Soltanto unici,
distillati
di verità
in servizio permanente
E quando si incontrano…
E quando si…
Che iddio ti cerry!
Impermeabili al trucco
Schizofrenici e sdoppiati?
Annullati? Centomilati?
No! Soltanto unici,
distillati
di verità
in servizio permanente
E quando si incontrano…
E quando si…
Che iddio ti cerry!
giovedì 18 febbraio 2010
Nino & Nina
Accidenti non ho ancora visto nulla del Festival di Sanremo!
Me tapino, accidenti al lavoro... che per fortuna e gioia mi attanaglia!
Ad ogni modo ho i miei vincitori:
Per i "big" il mio vincitore è il mitico Nino D'Angelo!
Non ho praticamente sentito quasi nessuna canzone, ma il mio cuore mi dice che per me ha vinto Nino (che invece credo abbiano subito trombato... sarà che io di musica non c'ho mai capito un cazzo). Grande Nino! S'è pure presentato con al fianco Maria Nazionale, che magari qualcuno avrà pure detto "e questa chiccazzo è?" (mentre qualcun altro pensava "minchia che bocce però...") ma non certo a Napoli e dintorni... e io c'ho pure un amico che ci suonava insieme ai matrimoni con Maria, come posso non fare il tifo per stiddue?
...Jammo jà e guadagnamoce 'o pane...
Per i "ggiovani" c'ho una vincitrice: Nina Zilli!
Qualcuno l'ha paragonata a ... Giusy Ferreri... ecco, dunque... con tutto il rispetto per la "cassiera di ferro" qui siamo su un altro pianeta!
Meravigliosa Nina! (già il nome asfalta Giusy facile, se poi è scelto in omaggio a Nina Simone... vabbè, chettelodicoaffare?) Meraviglioso vederti faticare a rinchiudere un esubero di gioia su quel palco senza distrarti mai dalla tua voce e dalla tua canzone. Qui siamo proprio di un'altra categoria e vedremo se anche il tempo mi darà ragione... Comunque Giusy, tranquilla, io tanto sono uno che di musica non c'ha mai capito un cazzo... (menzione speciale al "maestro" Andrea Mirò che dirige l'orchestra con delle bacchette cinesi)
...quanto sai fare l'uomo se non ci sono io? ...
Che iddio ti cerry!
Me tapino, accidenti al lavoro... che per fortuna e gioia mi attanaglia!
Ad ogni modo ho i miei vincitori:
Per i "big" il mio vincitore è il mitico Nino D'Angelo!
Non ho praticamente sentito quasi nessuna canzone, ma il mio cuore mi dice che per me ha vinto Nino (che invece credo abbiano subito trombato... sarà che io di musica non c'ho mai capito un cazzo). Grande Nino! S'è pure presentato con al fianco Maria Nazionale, che magari qualcuno avrà pure detto "e questa chiccazzo è?" (mentre qualcun altro pensava "minchia che bocce però...") ma non certo a Napoli e dintorni... e io c'ho pure un amico che ci suonava insieme ai matrimoni con Maria, come posso non fare il tifo per stiddue?
...Jammo jà e guadagnamoce 'o pane...
Per i "ggiovani" c'ho una vincitrice: Nina Zilli!
Qualcuno l'ha paragonata a ... Giusy Ferreri... ecco, dunque... con tutto il rispetto per la "cassiera di ferro" qui siamo su un altro pianeta!
Meravigliosa Nina! (già il nome asfalta Giusy facile, se poi è scelto in omaggio a Nina Simone... vabbè, chettelodicoaffare?) Meraviglioso vederti faticare a rinchiudere un esubero di gioia su quel palco senza distrarti mai dalla tua voce e dalla tua canzone. Qui siamo proprio di un'altra categoria e vedremo se anche il tempo mi darà ragione... Comunque Giusy, tranquilla, io tanto sono uno che di musica non c'ha mai capito un cazzo... (menzione speciale al "maestro" Andrea Mirò che dirige l'orchestra con delle bacchette cinesi)
...quanto sai fare l'uomo se non ci sono io? ...
Che iddio ti cerry!
It's springtime
Alcuni sostengono che la primavera comincia il 21 marzo.
Da parecchi anni ormai, la primavera, per me, arriva quando lo dico io.
Non so… un po’ di indole, qualche frequentazione “irregolare”, un po’ di letture anarcoidi e il gioco è fatto, si disimpara anche l’ossequio al calendario.
C’è stato un tempo in cui celebravo l’arrivo della mia primavera uscendo con la bicicletta (e ammalandomi come un perfetto idiota). Era un modo per dichiararla con più forza, per anticiparla e anticipandola prenderla di sorpresa, farla sentire chiamata e così potentemente desiderata da convincerla a presentarsi in anticipo. Spesso con largo anticipo, perché l’inverno qui da noi non è mai stato uno scherzo e io, con tutto il rispetto, ho sempre fatto di tutto per salutarlo alla svelta.
Oggi, giovedì 18 febbraio 2010, è cominciata questa nuova primavera. Una primavera molto importante, perché questo è l’anno della meraviglia…
Che iddio ti cerry!
Da parecchi anni ormai, la primavera, per me, arriva quando lo dico io.
Non so… un po’ di indole, qualche frequentazione “irregolare”, un po’ di letture anarcoidi e il gioco è fatto, si disimpara anche l’ossequio al calendario.
C’è stato un tempo in cui celebravo l’arrivo della mia primavera uscendo con la bicicletta (e ammalandomi come un perfetto idiota). Era un modo per dichiararla con più forza, per anticiparla e anticipandola prenderla di sorpresa, farla sentire chiamata e così potentemente desiderata da convincerla a presentarsi in anticipo. Spesso con largo anticipo, perché l’inverno qui da noi non è mai stato uno scherzo e io, con tutto il rispetto, ho sempre fatto di tutto per salutarlo alla svelta.
Oggi, giovedì 18 febbraio 2010, è cominciata questa nuova primavera. Una primavera molto importante, perché questo è l’anno della meraviglia…
Che iddio ti cerry!
Un distico
C'è un distico di Shakespeare così bello
che basta da solo ad un sonetto
d'amore o disamore, sopravanza
per tenerezza tutto, ci sovrasta
se volessimo crederci da tanto
di meritarlo proprio noi, per sbaglio
o perchè siamo quel che abbiamo dato
senza badarci: una carezza, un bacio
sul palmo della mano, due parole
di alato prepensiero, quei ti amo
che, come sai, si negano da sè.
Te l'offro, interpretato da Giovanni...
Oh leggi quel che ha scritto il muto cuore
udir con gli occhi è il genio dell'amore.
Emilio
Che iddio ti cerry!
che basta da solo ad un sonetto
d'amore o disamore, sopravanza
per tenerezza tutto, ci sovrasta
se volessimo crederci da tanto
di meritarlo proprio noi, per sbaglio
o perchè siamo quel che abbiamo dato
senza badarci: una carezza, un bacio
sul palmo della mano, due parole
di alato prepensiero, quei ti amo
che, come sai, si negano da sè.
Te l'offro, interpretato da Giovanni...
Oh leggi quel che ha scritto il muto cuore
udir con gli occhi è il genio dell'amore.
Emilio
Che iddio ti cerry!
Ciao ciao Emilio
Emilio non c’è più
Da qualche giorno ormai
Strana la vita che mi ha svelato il nome di quest’uomo gentile facendomelo leggere su un manifesto appeso al muro di casa: Emilio… di anni 72.
Non ci eravamo presentati, era bastato per conoscersi che io mi avvicinassi al tuo piccolo cane.
Tu con premura mi avvisasti subito di fare attenzione perché dicesti che il tuo cane è un po’ scontroso con gli estranei. Lui però si lasciò avvicinare, sorprendendoti un poco e tranquillizzando anche me che non volevo disturbarvi con la mia presenza.
Da quel giorno pochi occasionali incontri, ma sempre attenti e complici. Tu, il cane, ed io.
Mi sei stato amico, Emilio.
Che iddio ti cerry!
Da qualche giorno ormai
Strana la vita che mi ha svelato il nome di quest’uomo gentile facendomelo leggere su un manifesto appeso al muro di casa: Emilio… di anni 72.
Non ci eravamo presentati, era bastato per conoscersi che io mi avvicinassi al tuo piccolo cane.
Tu con premura mi avvisasti subito di fare attenzione perché dicesti che il tuo cane è un po’ scontroso con gli estranei. Lui però si lasciò avvicinare, sorprendendoti un poco e tranquillizzando anche me che non volevo disturbarvi con la mia presenza.
Da quel giorno pochi occasionali incontri, ma sempre attenti e complici. Tu, il cane, ed io.
Mi sei stato amico, Emilio.
Che iddio ti cerry!
mercoledì 17 febbraio 2010
Punti di vista II
Vederci come ci vedono gli altri
è uno tra i doni più salutari.
Appena meno importante è la capacità
di vedere gli altri come essi si vedono.
Aldous
Che iddio ti cerry!
è uno tra i doni più salutari.
Appena meno importante è la capacità
di vedere gli altri come essi si vedono.
Aldous
Che iddio ti cerry!
martedì 16 febbraio 2010
Punti di vista

Al termine di uno spettacolo Theodore invitato a disegnare qualcosa che avesse a che fare con il tema dello spettacolo stesso (energie alternative e risparmio energetico) ha disegnato se stesso e Zac (cioè io, nei panni di uno dei due personaggi interpretati quel giorno: Zac ovvero l'uomo del futuro e Urga ovvero l'uomo preistorico).
Come chi mi conosce potrà facilmente ravvisare dal disegno, io sono quello con tre gambe disegnato sulla sinistra, mentre Theodore è sulla destra e il sole splende sopra di noi. Per gli scienziati faccio notare che quel giorno, nei panni di Zac, indossavo una lunga giacca di pelle, degli occhiali da sole, ed ero armato di una spada laser modello replica di "Star Wars", come i non scienziati avranno evidentemente già ravvisato dal particolareggiato disegno di Theodore.
Quello qui sotto è sempre Zac visto con gli occhi di Giulia lo stesso giorno, durante lo stesso spettacolo.

Cosa ha visto Theo? Zac
Cosa ha visto Giulia? Zak... lo stesso? Certo che sì, mi pare evidente!
Grazie Theo, e grazie Giulia, per lo scambio d'amore e gioco che mi avete concesso quel giorno. E' anche per meraviglie come queste che non smetterò mai, credo, di fare teatro per voi piccoli grandi esseri umani.
(Un saluto speciale al papà di Theo e ai suoi bellissimi capelli ricci sui quali Urga ha "acceso il fuoco" e alla mamma di Giulia e alla sua meravigliosa città, Praga)
Che iddio ti cerry!
lunedì 15 febbraio 2010
Sogni, visioni
venerdì 12 febbraio 2010
Cappello Femmina
Proprio adesso che Paura
ti obbliga lontana
vorrei tu fossi cappello
E allora sempre
più che spesso
con me ti porterei
a scaldar scaldata i miei pensieri
offerti in trasparenza
Tu sempre pensata
Desiderata sempre
Puoi starne certa amata
Io ateo e sconsacrato
diventerei devoto
frequentator di luoghi sacri
ospite ospitato
così che dalla testa al cuore
che già esubera di te
mi obbligherei a portarti
come tante volte ho visto fare
da chi ha più anni e conoscenza

Che iddio ti cerry
ti obbliga lontana
vorrei tu fossi cappello
E allora sempre
più che spesso
con me ti porterei
a scaldar scaldata i miei pensieri
offerti in trasparenza
Tu sempre pensata
Desiderata sempre
Puoi starne certa amata
Io ateo e sconsacrato
diventerei devoto
frequentator di luoghi sacri
ospite ospitato
così che dalla testa al cuore
che già esubera di te
mi obbligherei a portarti
come tante volte ho visto fare
da chi ha più anni e conoscenza

Che iddio ti cerry
mercoledì 10 febbraio 2010
Turturro
John Turturro, fino a ieri sera, per me era solo un attore italo-americano che ha lavorato in film che mi sono piaciuti molto, e anche un regista (di poche pellicole ma che ho molto apprezzato). Insomma, un artista sul quale mi permettevo di gettare un occhio di riguardo nel mare degli stimoli e delle curiosità che il mondo e le persone intorno a me mi porgono continuamente, conscio che fosse una bella persona con una testa più che funzionante sulle spalle e con un cuore grande, e anche con delle origini italiane che me ne accrescevano campanilisticamente la simpatia.
Da ieri sera è ufficialmente mio fratello!
E non per lo strepitoso film dei Cohen del quale faceva parte...
John Turturro è mio fratello per uno spettacolo teatrale dal titolo "Fiabe italiane (Italian Folktales)" che ho avuto la fortuna di vedere ieri sera al Piccolo Teatro Strehler di Milano
"Ho scelto le Fiabe italiane - spiega John - perchè sono state il primo regalo che ho ricevuto da mia moglie Katherine Borowitz, quando eravamo ancora fidanzati e mi hanno aperto il cuore e il cervello".
John è il primo a mettere in scena Fiabe italiane. Prima di lui, solo Federico Fellini (e chi se no?) aveva pensato a un progetto simile, mai andato in porto.
In scena insieme a John Turturro una compagnia di attori e musicisti meravigliosi fra cui (che bello!) alcuni talenti "di famiglia": Katherine Borowitz (moglie di John), Diego Turturro (9 anni, il figlio) e Aida Turturro (cugina di John).
Scenografia assolutamente indimenticabile.
Insomma, uno spettacolo che non ho esitato a definire
"il più bello che io abbia mai visto!"
Senza la benchè minima paura d'aver esagerato (e se anche fosse... come canta papà Enzino - Jannacci per i non affiliati - "L'importante è esagerare!")
E sì che ne ho visti parecchi, e molti anche belli, e qualcuno anche bellissimo... Ma John con questo suo stupefacente omaggio alle Fiabe Italiane (quelle raccolte dall'amatissimo Calvino mischiate con una sapienza e un montaggio drammaturgico ammirevole con quelle dei non meno amati Basile e Pitrè) ha composto un miracolo di bellezza e di amore che tutte le persone del mondo dovrebbero vedere. E se non tutte le persone, almeno tutti i bambini del mondo dovrebbero vederlo. Anche, e soprattutto, quelli che non hanno da mangiare perchè siamo ancora troppo stupidi per occuparci di sfamare tutti, anche, e soprattutto, quelli che non sono amati abbastanza, anche, e soprattutto, quelli che sono malati, perchè
GUARDANDO QUESTO SPETTACOLO NON SI PUO' MORIRE
...e così magari nel frattempo noi poveri e imperfetti esseri umani potremo provare a trovare il tempo di portargli finalmente da mangiare, di amarli e di guarirli tutti, come meritano.
Grazie a Diego, per lo sbattimento dei biglietti e l'amicizia, e grazie a Cuore d'Oro che invece che sulla sedia vuota questa volta ha accettato di stare sul mio ginocchio destro nonostante non riuscissi a tenerlo fermo, come tutto il resto del corpo, per tutta la durata dello spettacolo.
P.S. Da anni fra le storielle che vado raccontando ai bimbetti in giro per il mio mondo c'è "Le tre raccoglitrici di cicoria"... gioia fin quasi alle lacrime quando ne è spuntata una piccola parte all'interno dello spettacolo più bello che io abbia mai visto. Grazie John, mio fratello!
Che iddio ti cerry!
Parli come badi
"Quanto fa 2+2 ?",
chiesero al bambino dislessico.
"Fa aprile", rispose guardando lontano.
Era il 28 marzo.
Di lì a 4 giorni, dal marameo di cifre,
guizzò un pesce d'aprile.
Ennio
Che iddio ti cerry!
chiesero al bambino dislessico.
"Fa aprile", rispose guardando lontano.
Era il 28 marzo.
Di lì a 4 giorni, dal marameo di cifre,
guizzò un pesce d'aprile.
Ennio
Che iddio ti cerry!
lunedì 8 febbraio 2010
La casa del penuto

A pochi passi da casa mia c'è una voliera per umani.
Non ho potuto fare a meno di portarci il mio penuto, di notte, e in incognito perchè altrimenti rischiavo che qualcuno volesse rinchiudercelo dentro per davvero, il mio povero penutino.
Invece hanno rinchiuso entrambi nel parco di Monza... ma poi siamo riusciti comunque ad evadere portando fuori sana e salva anche la mia macchina.
Quello qui sotto è il "cuore delle cerimonie"

Che iddio ti cerry!
Scrivi !!!
In una giornata meravigliosa, con risvolti purtroppo anche tragici, la splendida e imperfetta (e proprio perchè imperfetta, VERA) creatura a cui sono devoto mi disse "Scrivi! Scrivi dei libri!"
Credo di essere una persona a cui piace far le cose per bene e quindi per prima cosa mi sono procurato uno scrittoio

Per scrivere un grande libro ci vuole un grande scrittoio
Che iddio ti cerry!
Credo di essere una persona a cui piace far le cose per bene e quindi per prima cosa mi sono procurato uno scrittoio

Per scrivere un grande libro ci vuole un grande scrittoio
Che iddio ti cerry!
domenica 7 febbraio 2010
Grazie Lev
Lev... Tolstoj? Lev... Yashin? Lev... Dodin!
"Pene d'amor perdute" di Shak...
per la regia di Lev Dodin al Teatro Grassi di Milano
Una meraviglia assoluta!
Ringrazio la mia adorata ignoranza che mi ha permesso di gustarmi anche la trama, oltre alla fottutissima poesia, dell'eterno Shak, senza saperne praticamente nulla.
Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato a questo fantastico spettacolo.
Ringrazio la vitalità, la generosità e la gioia di un gruppo di attori formidabili che ci ha salutati cantando.
P.S. Pare che le "Pene" siano poco rappresentate perchè "difficili" o perchè "non funzionano" o perchè "non fra le cose migliori del buon vecchio Shak"... Sì, forse è vero, meglio che non le rappresenti chi non ne sa abbastanza, ma che le rappresenti solo chi ne sa appacchi e le porti in giro per il mondo, vero Lev?
Che iddio ti cerry!
Morgan
Mentre mezza Italia si appassiona e legifera intorno al "caso" Morgan - cocaina, io che di coca nella vita ho assaggiato solo la cola, mi guardo "Morgan matto da legare" stupendo film dell'ottimo Karel Reisz
Io non torno indietro
E quello che è successo nello studio?
Debolezza…
Mi piacciono le debolezze!
Ma io non torno indietro
No… Comunque tu mi ami e mi piaci
Dedicato a chi si sforza di divorziare dall’amore
piuttosto che divorziare da quello da cui il proprio cuore ha già divorziato da tempo
E dedicato un pochino anche a me, che “amore ne ho da vendere” e che “sono in esilio e aspetto il colpo di grazia” e che “parlo troppo, ma parlo al vento” ma nonostante tutto sono un inguaribile e determinato ottimista quindi chiudo con il mio mantra:
“Abbi fede, dai tempo al tempo: la borghesia crollerà di colpo!”
Sarò matto ma sono innamorato, voi?
Che iddio ti cerry!
sabato 6 febbraio 2010
...è a dignità ca nun tenimm !
Come si può arrivare a disprezzare la vita e la natura così tanto?
Come si può anteporre il guadagno economico alla vita, alla giustizia, alla bellezza?
Scrivo dopo aver visto "Biutiful cauntri" lo splendido e tragico film documentario realizzato nel 2007 da Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero che affronta il tema dell'"emergenza rifiuti" e dell'inquinamento in Campania.
L'ho visto solo ora perchè di cose da fare ce ne sono veramente tante.
Me l'ero appuntato da qualche parte nella testa e nel cuore e me lo sono recuperato.
Dedicato a chi crede nei miracoli di B&B (Berlusconi & Bertolaso) e a tutte le altre irresponsabili stronzate che provano a infilarci negli occhi, nelle orecchie, nella testa e nel sangue.
Vergognatevi, stronzi!
(Berlusconi e soci, chi gli crede è solo un poraccio)
E per non cedere al turpiloquio, lascio la parola al mio amico Bisonte:
"Oh Grande Spirito,
la cui voce ascolto nel vento,
il cui respiro dà vita a tutte le cose.
Ascoltami; io ho bisogno
della tua forza e della tua saggezza,
lasciami camminare nella bellezza,
e fa che i miei occhi sempre guardino
il rosso e purpureo tramonto.
Fa che le mie mani rispettino la natura
in ogni sua forma e che le mie orecchie
rapidamente ascoltino la tua voce.
Fa che sia saggio e che possa capire
le cose che hai pensato per il mio popolo.
Aiutami a rimanere calmo e forte
di fronte a tutti quelli
che verranno contro di me.
Lasciami imparare le lezioni
che hai nascosto in ogni foglia
ed in ogni roccia.
Aiutami a trovare azioni
e pensieri puri per
poter aiutare gli altri.
Aiutami a trovare la compassione
senza la opprimente
contemplazione di me stesso.
Io cerco la forza,
non per essere più grande del mio fratello,
ma per combattere
il mio più grande nemico: Me stesso.
Fammi sempre essere pronto
a venire da te con mani pulite
e sguardo alto.
Così quando la vita appassisce,
come appassisce il tramonto,
il mio spirito possa
venire a te senza vergogna"
Bisonte che Cammina
(1871 - 1967)
E chi pensa che tutto questo sia "new age"... merita di vivere in una biutiful cauntri accudito da B&B
Che iddio ti cerry!
Ubriaco canta ancora...
...in silenzio e a bocca chiusa che:
innamorati va bene, ma presi anche per il culo no!
Meno male che la vita, lei sì, si lascia amare senza paura...
Che iddio ti cerry!
innamorati va bene, ma presi anche per il culo no!
Meno male che la vita, lei sì, si lascia amare senza paura...
Che iddio ti cerry!
Il signor Ragno
A little present for me from my girl
A tutti quelli che per fretta o per paura rinunciano a comprendere (o rimandano la comprensione pensando di avere qualcosa di più importante da fare) lasciando ad altri la responsabilità e la fatica di spiegare
Che iddio ti cerry!
venerdì 5 febbraio 2010
L’importanza della K nella formazione di un grande regista (giapponese)
Dersu Uzala
Professione: cacciatore
Colui che parla con il fuoco
Colui che vede, più di chiunque altro
Capitano, questo è uomo più forte (il sole)
Se questo uomo muore, tutti muoriamo
E questo (la luna) è altro uomo forte
A sentire te ci sono uomini dappertutto...
Fuoco, Acqua, Vento… tre uomini forti
“Io a bottiglia non sparo… a corda sparo!”
Colui che beve vodka, canta, e porta da mangiare alla moglie e ai figli morti
C’è anche un vecchio cinese: aveva una donna, suo fratello l’ha rubata, lui andato in monti, quarant’anni! Sempre solo vive.
Lui adesso molto molto pensa, non devi disturbare.
Casa vede, giardino di fiori
Capitano! Presto lavori! Presto!
Capitano! Alzati! Alzati!
Grazie Dersu!
Insieme si va e insieme si lavora. Non serve “grazie”
In città si sta bene, è bello.
Grazie, io non può. Cosa mio lavoro in città? Andare a caccia niente. Zibellino cerchi trovi niente.
Vieni con noi almeno fino alla ferrovia, là ti potrò dare un po’ di viveri e un po’ di denaro.
No soldi, cibo non serve. Capitano: io adesso zibellino cerco. Zibellino uguale di soldi.
L’uomo che ha buon umore non scorda
che la bestia non gli può scappare
Terra e bosco sudano.
Colui che parla alla tigre. Colui che insegna alla tigre.
Colui che uccide la tigre e da quel giorno non è più lo stesso.
Cosa tu fai?
Se tu rompi segno tutti cercano qui ginseng. Inutile lavora. Tu cattivo uomo.
Perché butti carne nel fuoco? Buttare carne nel fuoco è male.
Domani noi vai via, qui altri uomini passa, carne vede, mangia.
Ma chi vuoi che ci passi di qua?
Come chi passi?
Chi?
Tasso viene, cornacchia viene, volpe viene, topo viene… In taiga tanti uomini c’è!
Dersu perché non hai sparato?
Io non visto! Perché cinghiale non visto? Allora mio naso sente meglio che miei occhi?
Può succedere a tutti di sbagliare un colpo, Dersu.
Perché io non ho preso?
Capitano! In taiga prima io sempre subito bestia vedo. Sparo. Colpisco sempre!
Adesso prendo niente. Occhi cattivi!
Come io faccio adesso in taiga a vivere?
Dersu non ha paura di niente.
Dersu mi ha salvato la vita più di una volta
Come? Dersu non me l’ha mai raccontato
Non mi meraviglia, per un uomo così è naturale
Uccidere tigre è male
Perché per acqua dai soldi? In fiume acqua molta c’è!
Perché per acqua chiedi soldi?
Cosa vuoi tu? Cosa capisci?
Tu cattivo uomo
Beh, come stai qui Dersu?
Io siede qui come un oca. Come è possibile uomini vivere in scatola?
Io in strada faccio una capanna, lì dormo. Nessun disturbo.
Vedi Dersu, in città questo non è possibile.
Perché? E’ male?
Come posso spiegartelo? Questa è la regola.
La regola?
Papà corri.
Hanno arrestato Dersu.
Capitano, per favore, lasciami andare nella taiga.
Io non posso più vivere qui.
Com’è che da Akira a Takeshi pare che la K sia segno di grandissimo regista?
(per non parlar di Aki, Emir, Ki-Duk, Abbas, Mathieu… o Alfred… Hitchcock!
Sì lo so qui la k è in fondo ma ce l’ho messo per licenza amorosa)
Che iddio ti cerry!
giovedì 4 febbraio 2010
Io sono il più contento
...
Senza freddo e senza pane
ubriaco canta amore
alle persiane
Lui sa di avere ragione
sa di essere felice e sulla sua pelle nera
scrive un nome di vernice
Alla gente distratta in attesa del lieto fine
lui risponde con il vento
"Io sono il più contento"
...
Che iddio ti cerry!
Io sto con la muffa
La muffa progetta reti di comunicazione
Cresciuta in un ambiente che riproduce la mappa di Tokyo, una particolare forma di muffa è riuscita a costruire una rete che, per efficacia, è confrontabile al sistema metropolitano reale.
Il Physarum polycephalum, spesso definito come melma policefala, è una muffa melmosa appartenente al clade Amoebozoa (phylum Mycetozoa, classe Myxogastria), che prospera in ambienti ombreggiati, freschi e umidi, come le foglie in decomposizione e i tronchi.
Una semplice muffa? No, un signor progettista, in grado di costruire una rete di comunicazione o di trasporti. In uno studio condotto da ricercatori anglo-nipponici e pubblicato su Science, viene spiegato come questa muffa possa aiutare a migliorare i sistemi tecnologici e in particolare la progettazione di computer e reti di comunicazione mobile più efficienti e resistenti a guasti.
"Alcuni organismi crescono sotto forma di rete interconnessa secondo una strategia di approvvigionamento che consente loro di scoprire e sfruttare nuove risorse," osserva Atsushi Tero della Hokkaido University, direttore della ricerca. "Physarum è un grande organismo ameboide unicellulare che si alimenta da fonti di cibo distribuite nell'ambiente. Esso è in grado di trovare il cammino più breve in un labirinto o di collegare in modo efficiente differenti punti di alimentazione con una lunghezza totale ridotta che minimizza la distanza fra coppie di fonti e con un elevato grado di tolleranza a eventuali disconnessioni."
L’idea di base dei ricercatori è semplice: visto che questa muffa è stata oggetto di un'innumerevole serie di cicli di selezione evolutiva, una formula basata sulle sue abitudini di raccolta del cibo poteva fornire indicazioni per la progettazione di una rete di comunicazione e di trasporti più efficiente e adattativa.
I ricercatori hanno messo dell’avena su una superficie umida in posizioni corrispondenti ai centri urbani attorno alla città di Tokyo, lasciando crescere la muffa al di fuori del centro (Tokyo). Osservandone la crescita hanno scoperto che la formazione di una rete, che per efficienza, realizzabilità e costi era equiparabile all’attuale infrastruttura del sistema ferroviario dell'area della capitale giapponese. Gli studi hanno portato a scoprire il meccanismo che consente alla muffa di approvvigionarsi in modo così efficiente e a incorporarlo in un modello matematico.
"Il modello cattura la dinamica fondamentale dell'adattabilità di una rete attraverso l'interazione fra regole locali e produce reti con proprietà confrontabili o superiori a quelle delle nostre reti infrastrutturali. Il lavoro di Tero fornisce un convincente esempio di come modelli matematici ispirati alla biologia possano fornire sistemi tecnici dotati di caratteristiche essenziali dei sistemi viventi, utili soprattutto in campi come la computer science," ha scritto Wolfgang Marwan della Otto von Guericke University, in Germania, in un commento al lavoro pubblicato sempre su Science.
Avete bisogno di un progetto? Chiedetelo alla muffa più vicina…
Che iddio ti cerry!
mercoledì 3 febbraio 2010
Quel gran pezzo dell'Ubaldo
Una sera, lo scorso settembre, telefona mio fratello da San Elmo per informarmi che mamma e papà avevano tirato in ballo un'altra volta la faccenda del divorzio.
"Bè, che c'è di nuovo?"
"Stavolta fanno sul serio" disse Mario.
Nicholas e Maria Molise erano sposati da cinquantun anni. Fin dall'inizio il loro era stato un rapporto agitato, tenuto insieme dall'indefettibile fede cattolica di mia madre che soleva punire il marito per il tramite di una esasperante tolleranza dell'egoismo e del menefreghismo di lui; pure, lasciarsi così avanti negli anni aveva ormai l'aria di una suprema follia da parte di quei due vecchietti (mia madre ne aveva settantaquattro e mio padre due di più).
Chiesi a Mario quale fosse stavolta il problema.
"Adulterio. L'ha beccato con le mani nel sacco."
Risi. "Il vecchio? Andiamo, come può essere colpevole di adulterio?"
Effettivamente, si trattava della seconda accusa di questo tipo dopo tanti anni, la prima avendo avuto a che fare con le avance di mio padre nei confronti di Adele Horner, un'impiegata postale cinquantenne un pò zoppa - "una piccola strega storpia", per dirla con mia madre. Ma era una storia vecchia di anni, e papà non era più quello di una volta. Il giorno del suo compleanno, il primo aprile, l'avevo visto contorcersi sul pavimento: gemeva e batteva i pugni sullo scendiletto lottando contro un attacco di prostata.
"Via, Mario" lo rimproverai "stai parlando di un vecchio ormai consumato."
Mi rispose che mamma aveva trovato del rossetto sulla biancheria di papà, e nel momento in cui l'aveva chiamato a render conto di quella prova (mi pareva di vederla mentre gliela sbatteva sotto il naso), lui l'aveva presa per il collo come per strangolarla, l'aveva piegata sul tavolo di cucina e l'aveva presa a calci sulle chiappe. Era scalzo, d'accordo, ma sui fianchi di mamma era rimasto un livido violaceo e sulla gola le si vedevano certi segnacci rossi.
Vergognandosi di quell'aggressione infingarda nei confronti della moglie, papà se l'era filata di casa giusto nel momento in cui Mario aveva fatto il suo ingresso dalla porta posteriore. La vista di mamma contusa lo aveva reso talmente furioso che era schizzato fuori, era montato sul furgone ed era piombato alla stazione di polizia, dove aveva sporto denuncia contro suo padre, Nicholas Joseph Molise, accusandolo di aggressione e percosse.
Regan, il capo della polizia di San Elmo, aveva cercato di dissuadere Mario dall'avviare un'azione così drastica; era un vecchio compagno di bevute di mio padre, e come lui era socio dell'Elks Club. Ma Mario aveva sbattuto i pugni sulla scrivania senza deflettere, obbligandolo ad adempiere il proprio dovere. Accompagnato da un agente, Regan si era dunque recato a casa Molise in Pleasant street.
Sotto gli occhi disgustati di Mario, il mio vecchio si era rifiutato di sottomettersi all'arresto e s'era barricato in veranda, armato di un badile. Rapidamente si era raccolta una folla di vicini, e mio padre e il capo della polizia si erano infilati in casa, sedendo al tavolo di cucina a bere vino e a discutere la situazione, mentre dalla camera da letto venivano i pianti penosi di mamma.
Intanto, la folla raccolta davanti alla residenza dei Molise aveva ormai invaso la strada e altre due auto della polizia erano state incaricate di formare una barriera intorno all'intero isolato. D'un tratto il cameratismo esistente tra papà e il capo della polizia aveva avuto termine. Il capo aveva estratto le manette e rivelato la propria ostilità. Gli agenti si erano precipitati all'interno nel momento in cui Regan aveva lanciato un grido d'aiuto, e mio padre era stato steso sul pavimento e ammanettato. Ansimante, era stato trascinato fuori fino alla macchina della polizia.
La vista del suo sposo in ceppi aveva provocato i gemiti angosciosi di mia madre. Si era slanciata contro i poliziotti, agitandosi e graffiandoli con una tale frenesia che alla fine era svenuta sul marciapiede, da dove i vicini, la signora Credenza e la signora Petropoulos, l'avevano trascinata per le braccia dentro casa.
Mio fratello Mario, nuovamente preda della sua cieca paura del padre, era frattanto riapparso da dietro i bidoni della spazzatura sul vialetto, e si era precipitato al fianco di mamma, che giaceva sul divano, per consolarla e tenerle la mano.
Tremante d'un desiderio di perdono, mamma s'era alzata vacillando, e aveva barcollato per la stanza crollando infine in ginocchio davanti alla statua di santa Teresa, e aveva implorato il Piccolo Fiore di non punire quel suo sposo testardo, di essere ancora una volta misericordiosa nei confronti delle sue trasgressioni, e d'impetrare davanti al tribunale di Dio onnipotente l'immortalità per l'anima sua.
John
Che iddio ti cerry!
martedì 2 febbraio 2010
James Matthew
...i numerosi giovanotti che da bambini avevano giocato con lei, si avvidero simultaneamente di esserne innamorati e corsero tutti a casa sua a chiederne la mano, tranne il signor Darling. Egli montò in carrozza, giunse primo, e ottenne la fanciulla. Ottenne tutto da lei, all'infuori della scatola più interna del cervello e del bacio aleggiante all'angolo destro della bocca.
Che iddio ti cerry!
Che iddio ti cerry!
Oggi cammino sul filo
Non capisco perchè l'11 settembre 2001 venga ricordato di più del 7 agosto 1974.
Personalmente, servo e rendo omaggio ai miracoli e alla meraviglia, non alla distruzione e alla paura
Che iddio ti cerry!
Welcome back home Mr.E
Capita che...
il tuo gruppo preferito produce qualcosa come 7 dischi dal 2005 ad oggi. E tu ti senti come se il mondo sta facendo il tifo per te.
Sembra assurdo ma è evidente, il mondo ha deciso di fornirti di tutta la bellezza di cui hai bisogno per superare qualsiasi ostacolo e qualsiasi difficoltà. Allora non ti resta che correre e correre e correre e andare sotto la curva a ringraziare i tuoi tifosi... ti levi la maglietta, la lanci al tuo pubblico urlante e ti accorgi che... cazzo!
Fa un freddo della madonna! Meno male che c'hai un sacco di pelo sullo stomaco e pure sulla schiena... Auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu...
Se poi i Marta dovessero far uscire il nuovo disco entro la fine del 2010 allora vabbè, la prossima volta al mio pubblico... gli lancio pure le mutande!
Thank you very much Mr.E
Che iddio ti cerry!
lunedì 1 febbraio 2010
Quanto è bella, quanto è cara
Nemorino:
Quanto è bella, quanto è cara!
(osservando Adina, che legge)
Più la vedo, e più mi piace...
ma in quel cor non son capace
lieve affetto ad inspirar.
Essa legge, studia, impara...
non vi ha cosa ad essa ignota...
Io son sempre un idiota,
io non so che sospirar.
Chi la mente mi rischiara?
Chi m'insegna a farmi amar?
Che iddio ti cerry!
Oggi ho i capelli verdi
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