domenica 16 settembre 2012

Janus

Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione.
Poi aggiungete:
perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
Janus Korczak

Che iddio ti cerry!

giovedì 13 settembre 2012

Dalle teche Cerry

Riordinando un pò di vecchie cosette è saltata fuori questa robaccia qua, che dovrebbe risalire al 1999...


Lo spermiogramma

Non so se proprio tutti voi lì intorno lo sapete
Cos'è uno spermiogramma, ve lo dico, lo vedrete

Si tratta di una sega scientifica e sfrondata
Di quell'amara prosa che in peccato l'ha cantata

La scienza portentosa con la sua irriverenza
Ha intuito nella sega un grosso dono, una potenza

Potenza da osservare e da provare a calcolare
Per un gesto che la Chiesa vorrebbe monopolizzare

A chi cade in tentazione e ardito si cimenta
Qualcuno informa pronto che "Ciechi si diventa!"

Ma ora che la scienza è fin troppo sugli scudi
Non c'è prevosto o papa o sacrista che non sudi

Di fronte alla terribile disumana minaccia
Che qualche "immoralone" noncurante se la faccia

D'altronde per tornare invece al nostro tema a bomba
Vorremmo consolare chi, povero, non tromba

E raccontar con calma di uno spermiogramma
Lasciando a voi il giudizio se commedia o forse dramma

Siam lì in sala d'aspetto e il tempo insieme lo si ammazza
Qualcuno, un pò furbetto, si è portato la ragazza

Ma mentre fa il galletto e alza un po' troppo la cresta
Il primo della lista già gli chiede "me la presta?"

La signorina timida salta su senza esitare
"Lo faccio per la scienza, caro, non ti lamentare!"

Ed è così che insieme al prelievo se ne vanno
Mentre il galletto, solo, lancia il grido "Vi condanno!"

Allora l'infermiera interviene premurosa
Rassicurando il gallo "E' devota la sua sposa!

Sarà di grande aiuto per riempire la provetta,
Solo qualche carezza e poi vedrà faranno in fretta!"

Ma già la fresca coppia si è appartata nella stanza
E la signorina, del galletto, non ne sente la mancanza

Così, mentre aspettiamo, il tempo va a passare
Quelli, più che una provetta, son dentro a imbottigliare

Ed ecco, che sfortuna, del galletto è già il momento
"Aspetto la mia sposa, io da solo mi spavento!"

"Signore, mi consenta, non possiamo più aspettare
Nella saletta single si deve accomodare"

"Ma porci tutti i santi che mi vengono ora in mente
Speriamo la saletta sia almeno un po' accogliente"

E infatti ecco la porta che cela tutti i soli
C'è scritto in bella vista "Ingresso segaioli"

Al gallo gli sovviene e prova a domandare
"Si trova un'infermiera disposta ad aiutare?"

"Ma come si permette? Lo chieda alle private
Nel pubblico siam serie, siam mica prostitute"

"Ma prima si diceva di farlo per la scienza
Ed ora è il mio momento e mi si lascia senza..."

L'infermiera ormai stizzita lo mette un pò alle strette
"Si sbrighi e non discuta, si metta a far pugnette!"

Così il gallo rassegnato ora entra nella stanza
In breve ve ne illustro la gaia sua sostanza

Di giornaletti porno e di cassette ce n'è a iosa
Non so se basteranno a sostituir la sposa

Mi si perdoni inoltre, ma la cronaca lo impone
Ci sono strane macchie "Che sian di altre persone?"

Insomma il posto forse non è dei più eleganti
Ma credo sia adeguato per gesti sì importanti

Il gallo ora si slaccia e si prepara ad espletare
Un poco in imbarazzo comincia a manovrare

Lasciamolo da solo perché in fondo siam signori
E poi perché gli riesca è meglio lo si ignori

Torniamo alla persona ch'è poi il protagonista
Son io che mi nascondo imbrogliandovi la pista

Son io che col mio sperma son qui a fraternizzare
Perché dottori e luminari mi possano studiare

Mi spremo il divin succo e alla svelta faccio tutto 
Ma ammetto che vorrei seppellirli tutti con un rutto

Che robe son mai queste di andare a analizzare
La vita che mi scorre... la promessa... lo sbocciare...

Va bene, faccio tutto, eseguo il compitino
Mi lascio violentare, accontento il dottorino

Ma ancora io mi chiedo se ciò che ho distillato
Non venga poi un giorno, mio malgrado, adoperato

Coi tempi che ormai corrono, gli basta una provetta
Perché un dottore stronzo nel culo me lo metta

Milioni di figliastri alla mia porta per bussare
"Adesso ci mantieni, non provare a scantonare!"

E tu le provi tutte per mostrar la tua innocenza
Ma loro del papà non voglion fare senza

"Ricordi paparino quel giorno in quella stanza?
Alla scienza consegnasti la bianca tua sostanza

E così che allegramente tutti i tuoi spermatozoi
Li han fatti germogliare per dar vita a tutti noi"

E adesso?

 

Che iddio ti cerry! 

martedì 11 settembre 2012

Sentenze

- Inoltre, - disse l'Amalia - quando una donna scappa non rimbalza indietro, il cuore c'ha le valvole, ma non le molle.
- Sì, - convenne Olmo Holmes - la passione è come una damigiana, sembra grande ma finisce anche quella.
Firmino Rubirosa, famoso per il suo esprit de finesse, aggiunse:
- Donne e scoregge scappano anche se non vuoi.
E Quadrello concluse: - Se un muro crolla, vuol dire che c'era una crepa.
Un vecchio amico ritrovato

Che iddio ti cerry!

domenica 9 settembre 2012

Tiffany

Troppo ghiotta l'occasione
Domani, a colazione?
E' il tempo dei miracoli
ma il segno è picche
Perché allora isso le vele a cui si appendono le labbra?
E come scia increspa il viso il mio sorriso
E' il tempo dei miracoli
In dieci decimi trasmutano antiche miopie
Occhi negli occhi
Mi arrendo alla semplice naturale sapienza di tocchi rapidi e precisi
che fanno di un vestito fascia, a carezzare i seni
E mentre tutto pensa ad altro
respiro in quel tuo gesto di sconosciuta
Ti seguirei per augurarti "bella"
ma una panchina mi attende
all'ombra dell'eroe dei due mondi

(a Fanny, creduta Tiffany, e, come sempre più spesso, a Venezia)

Che iddio ti cerry!

giovedì 6 settembre 2012

Istruzioni per l'uso del piede destro nella scrittura di un best seller


Innanzitutto sgombriamo il campo da qualsiasi equivoco, scrivere con i piedi non è un male, soprattutto se riuscite a dimostrare che mentre con i piedi date alla luce i vostri capolavori, con la mano destra risolvete una equazione differenziale, con la sinistra vi schiacciate i punti neri e con il naso scolpite la Pietà di Michelangelo, senza neanche rivendicarne la paternità.
Se riuscite a fare tutto questo, non vergognatevi di usare i piedi quando scrivete, non è grave.
Ma entriamo più dettagliatamente nelle istruzioni promesse in apertura riguardo all'uso del piede destro.
Per il finale del vostro giallo, ad esempio, infilatevi un guanto sul piede e dopo qualche minuto toglietevelo: la vostra sorpresa nel trovar lì sotto un piede, al posto di una mano, sarà pari allo stupore dei vostri lettori di fronte all'intricata soluzione della vostra macchina del mistero. Se avrete scritto un best seller, complimenti! Potreste anche offrirmi da bere... Se invece non ce l'avete fatta, non disperate, avrete almeno la certezza che la colpa non è sua, del vostro piede destro intendo, e non è poco! Cercate altrove dunque, magari un pò più in alto. Il ginocchio per esempio? Se è quello del maggiordomo potreste essere sulla buona strada, e se il maggiordomo ha lo stacco di coscia della mia amica, o è la mia amica, non vi resta che sci-volare sulla pesca di un viaggio per il paradiso...
Abbiate cura di non indossare scarpette da calcio con i tacchetti di ferro, se non per le scene di guerra e premurandovi inoltre che non ci sia un pallone nel raggio di 10 kilometri: potrebbe distogliervi dalla vostra missione.
Per le scene d'amore è d'obbligo il piede nudo, meglio se intinto nel miele, il calzino si sa, rischia di congelare ogni sviluppo, oltre che di impataccarsi irrimediabilmente nel miele. Non scrivete scene d'amore a colazione, chi vive al vostro fianco ve ne sarà grato.
Per un buon thriller lasciate stare quella pistola, maneggiarla coi piedi potrebbe essere pericoloso, cercate invece di trascurare la vostra igiene personale. Morte al pediluvio dunque, ciò conferirà sicuramente al vostro testo un certo tocco torbido e intrigante, oltre che una inconfondibile e indiscutibile pista da seguire per i vostri lettori più dotati di fiuto poliziesco.
Concludendo, poichè son pronti i toast, evitate dunque di scialacquare tempo e denaro in seminari vari e lasciate fare ai vostri piedi, non ve ne pentirete.

Che iddio ti cerry!

domenica 2 settembre 2012

Grano Turco

 
Finalmente
l'oro del tuo scrigno
mi si è svelato
grano turco
della tua sete
mi avvisò mia madre
ed ora
dopo giorni e giorni fra
arsura e
paura
piove.
E piove su noi,
non resta che bere
amore

(con infinite grazie, e qualche "scusa" a Brassica)

Che iddio ti cerry!