martedì 5 luglio 2011

A freddo (mentre il caldo impazza!)

Ho già sbrodolato abbastanza sulla vittoria di Pisapia a Milano ma mi permetto di tornare ancora sull'argomento perchè camminando per le strade della mia città nei giorni scorsi mi è capitato di rivedere un manifesto che è sopravvissuto ai tempi della campagna elettorale. Era ancora lì, chissà, dimenticato fra l'ansia di promuovere sempre nuovi prodotti nuove iniziative nuove balle... e mi piace pensare che un "attacchino" anarchico lo abbia risparmiato volontariamente, come piccolo insubordinato atto di cura e bellezza. E' un manifesto che risale ai giorni in cui su Pisapia e su tutti quelli che da lui si sentivano rappresentati piovevano addosso le ignoranti e volgari accuse dell'intellighenzia padana e ciellina dei berluscones : si vuole trasformare Milano in una zingaropoli! (grande e consueto spessore "politico")
Per una volta si decise di rispondere non con qualche rissa televisiva o slogan o campagna ideata da qualche creativo stipendiato, ma con la poesia, quella desueta, dimenticata e pure, orrore!, comunista, di Bertold Brecht:

PRIMA VENNERO PER GLI ZINGARI...

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht

La poesia vince!

Che iddio ti cerry!

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