mercoledì 10 marzo 2010

Mezza donna, mezzo divano

– Non ho mamma – rispose egli. E infatti, non solo non aveva la mamma, ma non aveva nemmeno il più debole desiderio di averla. Riteneva che si attribuisse alle mamme eccessiva importanza.
Wendy ebbe subito la sensazione di trovarsi di fronte a una tragedia ed esclamò:
– Non mi stupisco, perché tu piangevi.
Saltò giù dal letto e corse con sollecitudine a lui.
– Non piangevo per il fatto di non avere madre – dichiarò egli piuttosto adirato – piangevo perché non posso riattaccarmi la mia ombra. E poi non piangevo nemmeno!
– Si è staccata?
– Sì.
A questo punto Wendy scorse l’ombra sul pavimento, e siccome appariva tanto spiegazzata, ne fu spaurita e dolente per Peter.
– E’ una cosa terribile! – osservò… tuttavia non poté nascondere un sorriso nel vedere che egli aveva tentato di appiccicarsela con il sapone. Era proprio un ragazzo! Per fortuna capì subito che cosa c’era da fare e disse con tono di leggera protezione:
– Bisogna cucirla.
– Che cosa è cucire? – domandò Peter.
– Sei terribilmente ignorante.
– No che non lo sono.
Dopotutto, ella era felice che egli ignorasse tante cose.
– Ebbene, te la cucirò io, mio piccolo uomo! – promise Wendy che non era più alta di lui. Prese il suo cestino da lavoro e si accinse a cucire l’ombra ai piedi di Peter, non senza averlo avvisato che forse gli avrebbe fatto un po’ male.
– Stai tranquilla che non piangerò – promise Peter, convinto di non aver mai pianto in vita sua. Infatti serrò i dentini e non emise un grido, così in un momento la sua ombra tornò al posto di prima in modo perfetto, benchè un po’ spiegazzata.
– Forse avrei dovuto stirarla – osservò pensosamente Wendy. Peter invece, indifferente alle apparenze come tutti i maschietti, stava già ballando nella stanza con frenetico entusiasmo, dimentico di essere debitore a Wendy della sua felicità, e convinto di aver cucito da sé la sua ombra al corpicino.
– Come sono abile! Oh che bravura è la mia! – gridava con impeto.
Benchè ci spiaccia ammetterlo, dobbiamo confessare che la presunzione era una delle virtù più incantevoli di Peter, anzi, per dirla con franchezza, non era facile trovare un ragazzo più pavone di lui.
A tutta prima Wendy se ne impermalì ed esclamò con pungente ironia:
– Sei un bel presuntuoso! A quanto pare, io non ho fatto nulla per te!
– Certo che hai fatto qualche cosa! – ammise Peter, carezzevolmente, continuando a ballare.
– Ah! Qualche cosa!… - ripeté ella, con superbo sdegno. – Va bene! Dal momento che non ti occorre il mio aiuto, posso ritirarmi!
Saltò con dignità nel letto e si tirò le coperte sul volto.
Peter allora, per indurla a guardar fuori, finse di andarsene, e poiché lo stratagemma fallì, sedette in fondo al letto e le fece solletico ai piedi col suo piede.
– Wendy, non nasconderti. Capiscimi, io non posso fare a meno di cantare e agitarmi quando sono contento.
Benché Wendy lo ascoltasse con grande interesse, non volle ancora tirarsi le coperte giù dal volto.
– Wendy – proseguì egli con un accento cui nessuna donna avrebbe mai potuto resistere. – Wendy, una ragazza vale da sola più di venti maschietti.
Allora Wendy, che era donna dalla testa ai piedi, benché dai piedi alla testa non ci fosse ancora molta distanza, sporse un occhio dalle coperte.
– E’ proprio così che la pensi, Peter?
– Proprio così!
– Magnifico, da parte tua! – proruppe ella. – Ed eccomi subito fuori! – disse, e gli sedette accanto sulla sponda del letto, poi aggiunse che, se egli voleva, gli avrebbe dato un bacio, ma Peter non capì che cosa fosse un bacio e tese la manina, in attesa. Wendy sbigottì.
– Come? Non sai che cos’è un bacio?
– Lo saprò quando me lo avrai dato! – rispose Peter con durezza.
Così, per non offendere la suscettibilità di lui, Wendy gli dette un ditale.
– Bene – esclamò egli – adesso te lo devo dar io un bacio?
Wendy rispose con una certa sussiegosa leggerezza:
– Se vuoi!…
E cercò di rendergli più facile la cosa piegando il visetto verso di lui, ma Peter le fece cadere in mano semplicemente un bottone di corno. Così Wendy pian piano ricondusse il visino alla posizione primitiva e gli promise di infilare il suo bacio nella catenella che portava al collo. Lo fece, e fu davvero una fortuna che avesse infilato il bottone nella catenina perché più tardi le avrebbe salvato la vita.

James Matthew


Che iddio ti cerry!

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