giovedì 17 novembre 2011

Faccio festa con Pina!

Faccio festa!
Certo, nonostante qualche stronzetto saputo, tra cui il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, fosse lì a ricordarci che non c'era un cazzo da festeggiare ma c'era da impegnarsi e da lavorare per far andare meglio le cose, ho fatto festa e continuo a festeggiare le dimissioni del patetico pagliaccio che occupava la carica di Presidente del Consiglio nel mio Paese.
Caro De Bortoli, c'è chi il suo dovere cerca di farlo con o senza i pagliacci che si avvicendano nel grande circo inutile con cui riempi gran parte di quello che è il tuo giornale, e quindi, se permetti, abbiamo tutto il diritto di festeggiare, senza smettere di fare il nostro dovere. Capisco che nella tua ingessatura forse ti è difficile immaginarlo, ma la festa e il lavoro, possono anche stare insieme, anzi, in casi fortunati come il mio, che ho la fortuna di lavorare con e per i bambini, posso dire che festa e lavoro siano la stessa cosa, quindi rispedisco al mittente l'inutile demagogia e il tuo grigio senso di responsabilità (di "responsabili" ne abbiamo avuti abbastanza negli ultimi tempi). Sabato ho festeggiato sì, piazza del Duomo a Milano certo non era Roma, ma valeva comunque la pena di condividere un altro piccolo momento di liberazione (così come era già avvenuto dopo la vittoria nelle amministrative di Pisapia per la liberazione dalla Moratti) e poi, siccome ognuno ha il diritto di festeggiare un pò come cazzo gli pare, sono andato a vedermi "Pina", il meraviglioso omaggio di Wim Wenders a Pina Bausch.
 
"Danziamo, danziamo altrimenti siamo perduti."

 
Perdonami ancora un secondo, De Bortoli, ti trascrivo un pezzo preso dall'editoriale di Giovanni De Mauro, un tuo collega, che ho trovato abbastanza interessante:
"L'Italia è l'unico paese al mondo in cui i quotidiani pubblicano ogni giorno decine di interviste ai leader politici. Sui giornali stranieri, invece, sono un genere rarissimo, un evento eccezionale. Basta fare un confronto per averne una conferma. In un giorno qualunque, sui più importanti quotidiani francesi, spagnoli, inglesi, tedeschi e statunitensi non c'è quasi traccia di interviste, mentre sfogliando un quotidiano italiano se ne possono contare fino a quattordici. All'estero, soprattutto negli Stati Uniti e in particolare quando si tratta di grandi intellettuali, la persona intervistata si fa pagare. E non ha tutti i torti, perchè chi viene intervistato fa la parte più difficile. Sono sue le idee e le parole. Il giornalista deve solo scegliere le domande e trascrivere le risposte. Tutte le volte che in un giornale italiano esce un'intervista, dovremmo ricordarci che quello stesso spazio potrebbe essere occupato da un articolo in cui le idee del politico di turno sono selezionate, analizzate e messe a confronto con le idee di altri. Dietro a ogni intervista si nascondono spesso un giornalista pigro e un politico a cui viene data troppa importanza."

C'è un nuovo governo ora.  
Si insiste, con la solita pervasiva semplificazione giornalistica risparmia-neuroni, che questo è un governo di "tecnici", ovvero un governo composto da persone "competenti", e se ne sottolinea l'assoluta novità. In effetti, verrebbe da dire... Ma un pò girano i coglioni perchè... Perchè allora non sottolineare, con la stessa semplice e pura evidenza, l'incompetenza dei precedenti? E non dico adesso, ma nel corso di tutti i precedenti 17 anni, per esempio, (esclusi i governi del centro-sinistra ai quali quantomeno si può riconoscere, in certi casi, di aver cercato di assegnare alcune responsabilità ad alcune persone proprio in virtù di una, apparentemente scontata ma purtroppo così rara, "qualifica professionale" come la competenza in materia). Perchè accreditare come "classe dirigente" personaggi del calibro di Silvio Berlusconi, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Umberto Bossi, Roberto Castelli... la cui "colpa", sia chiaro, non è quella di pensarla in un modo diverso da me o di andare con le puttane, ma è piuttosto quella di essere dei fottutissimi ignoranti e incompetenti. Perchè il buon De Bortoli, dal suo giornale (che è stato anche "Il Sole 24 ore" - Per inciso, un titolo del genere, cos'è? Un incitamento a non smettere mai di lavorare? Una invocazione all'evoluzione del modello giapponese? Una poetica presa di posizione e affermazione d'intenti "padronale"?) non si è speso ogni santo giorno in questi ultimi 17 anni per sottolineare l'evidente INCOMPETENZA di Silvio Berlusconi & C. invece di annoiarci con le implicazioni giudiziarie e il conflitto di interessi e i festini e le puttane?
La competenza, credo, dovrebbe essere un prerequisito, non una caratteristica, di un governo o di un ministro. E la sua dimensione "politica" dovrebbe stare proprio nel COME decide di utilizzare quella competenza, perseguendo quali fini, in nome di quale visione della società e del mondo.
In un paese normale, almeno credo... no?
Qui invece pare che ci tocchi eleggere la competenza a valore assoluto, quasi fosse l'eccezione e il segno distintivo aureo. Personalmente accolgo con piacere questo nuovo governo (visto il precedente avrei accolto con piacere e sicuramente preferito anche un governo presieduto da Godzilla e con i Gremlins al Ministero dell'Interno), nell'attesa di verificarne l'effettiva competenza (non basta essere un docente universitario per saperci fare, altrimenti un perfetto idiota come Rocco Buttiglione sarebbe un filosofo invece di un docente di filosofia) posso almeno riconoscergli una dignità che ai pagliacci che l'hanno preceduto era impossibile riconoscere. Ciò ovviamente non significa che questo governo sia il mio governo, ciò non significa che la competenza di questi signori sarà al servizio della mia stessa visione del mondo (e d'altra parte non ho la pretesa di plasmare il mondo a mia immagine e somiglianza) ma per dio! che almeno questa tanto decantata competenza si manifesti e si concretizzi in una azione di governo degna di questo nome, e contro la quale magari lottare, ma all'interno di un confronto leale, dignitoso e non umiliante e caratterizzato dall'arroganza e dall'insulto buttati lì a nascondere l'abissale vuoto di contenuti e idee come avvenuto fin qui. Vorrei riuscire magari anche ad imparare qualcosa da chi mi governa. Vorrei potermi rileggere il discorso di un membro della nostra classe dirigente e trovarci qualcosa di importante, così come accade di fronte ai discorsi e agli scritti che ci hanno lasciato personaggi del calibro di Piero Calamandrei, Sandro Pertini, Enrico Berlinguer... (se proprio non vogliamo scomodare dei giganti come Antonio Gramsci) o dobbiamo rassegnarci a che gli unici scritti che resteranno fra i documenti di questa classe dirigente saranno le prescrizioni di Viagra e il foglietto con sopra scritti i "traditori"?

Che iddio ti cerry!

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