venerdì 28 ottobre 2011

Lavorare io?

Col cazzo! 
Risponderebbe la "signora".
(A certe notizie non so resistere) 

Vedova Gucci rinuncia a semilibertà:
"Non ho mai lavorato in vita mia"

La scelta di Patrizia Reggiani: «Preferisco restare in carcere a curare le mie piante»


Patrizia Reggiani in aula nel '98 (Ansa)
Patrizia Reggiani in aula nel '98 (Ansa)
MILANO - Da vera signora, non ha «mai lavorato» in vita sua, e non intende certo cominciare adesso. Neanche per uscire di prigione. Avere un lavoro le permetterebbe di ottenere la semilibertà, ma a lei non interessa: preferisce restare in carcere, a curare le sue piante. E' questa la scelta di Patrizia Reggiani, la «vedova Gucci». È a San Vittore dal gennaio del 1997, con l'accusa di essere stata la mandante dell'omicidio dell'ex marito Maurizio, avvenuto nel marzo del 1995. Condannata a 26 anni, ha già scontato da tempo la metà della pena (tenendo conto dello sconto dell'indulto e della liberazione anticipata), termine che dà la possibilità di richiedere l'accesso alla semilibertà. La donna però non ha mai voluto presentare istanza per chiedere il beneficio che permette di passare parte della giornata fuori dal carcere a lavorare per poi rientrare la notte nel penitenziario.
IL FURETTO E LE PIANTE - Nel corso dei colloqui con i magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Reggiani ha fatto presente di non aver «mai lavorato» e dunque di preferire passare il tempo in carcere, dove ha raggiunto un suo equilibrio e può dedicarsi alla cura delle sue piante. A San Vittore, Patrizia Reggiani ha anche un animaletto a farle compagnia, un furetto. Come ha spiegato il suo legale, l'avvocato Danilo Buongiorno, la sua assistita «ormai da tempo usufruisce dei permessi premio» per andare a trovare la madre, quasi tutte le settimane.


Pare che il furetto abbia dato disponibilità anche a lavorare in un laboratorio tessile di cinesi pur di levarsi dal cazzo la signora, ma di questo i giornali non parlano perchè, come al solito, se non son furetti del quartierino kiss&lincula...

Che iddio ti cerry!

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