domenica 3 ottobre 2010
And the WINner is... GERSH
God bless you Mark...
Così cominciò lo strano universo parallelo della mia esistenza: nasconditi dentro te stesso nella vita reale, altrimenti riceverai soltanto offese e umiliazioni, ma sali sul palco ed esibisciti con passione e sentimento, figlio di puttana.
"Mi piace la tua voce" mi disse "ma canti come un negro".
E certe volte arriva il momento della svolta: ti rendi conto che colei che scarrozzi in giro con la tua macchina, che porti a cena fuori e che ti scopi con dolcezza, non è la persona giusta per te. Proprio per niente. Nel mio caso, quello fu il momento. Mi balenarono in mente due cose:
1) sei una ragazza stupida, disgustosa e non vedo l'ora di liberarmi di te
2) grazie!
Sì, grazie, perchè con quel commento stupido e inopportuno, quella sudista razzista del cazzo mi aveva vagamente fatto capire che ero sulla strada giusta dal punto di vista musicale.
Mi ha sempre affascinato il concetto di fare delle scelte nel proprio lavoro, perchè io non ragiono in termini di scelte. Sento soltanto la musica, quando è pronta per essere creata, e le note sono reali, tutto qui. Non sento di avere nessuna scelta. Faccio musica, e basta. Non è una scelta. A volte, è come se qualcuno mi puntasse una pistola alla testa.
Avevo avuto un mucchio di problemi pratici a farmi chiamare semplicemente E. Se leggete sul giornale STASERA E IN CONCERTO, forse non vi accorgete nemmeno di E. Avevo bisogno di qualche lettera in più...
P.S. Se in casa vostra c'è un fantasma, non è detto che sia cattivo. Tutt'altro.
Che iddio ti cerry!
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