Per chi viaggia l’incontro con l’altro si svolge sempre «
tra », in una sorta di terra di nessuno che sta in mezzo alle due culture di
appartenenza. In quella zona non delimitata, tra il «già» e il «non ancora »,
dove i pensieri e i gesti trovano spazi comuni di comprensione, dove le
differenze non entrano a disturbare un dialogo che è spesso più facile di
quanto pensiamo.
Sono i sensi a comandare la mente. E hanno bisogno di movimento, come la lampadina di una bicicletta. Bisogna muoversi per far girare la dinamo. Muoversi, muoversi, muoversi verso quell’orizzonte che non è mai abbastanza vicino, eppure segna il limite del nostro sguardo.
(Marco Aime)
Che iddio ti cerry!
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