giovedì 28 febbraio 2013

Oh my god...



Che iddio ti cerry!

martedì 26 febbraio 2013

Credo

In un solo dio...






Che iddio ti cerry!

sabato 23 febbraio 2013

Una lettera

"Mamma, con quale animo hai potuto fare questo? Non ho più pace da quando mi hanno comunicato, che tu hai presentato domanda di grazia per me. Se tu potessi immaginare tutto il male che mi hai fatto ti pentiresti amaramente di aver scritto una simile domanda.
Debbo frenare lo sdegno del mio animo, perché sei mia madre e questo non debbo mai dimenticarlo. Dimmi mamma, perché hai voluto offendere la mia fede? Lo sai bene, che è tutto per me, questa mia fede, che ho sempre amata tanto. Tutto me stesso ho offerto ad essa e per essa con animo lieto ho accettato la condanna e serenamente ho sempre sopportato la prigionia. E' l'unica cosa di veramente grande e puro, che io porti in me e tu, proprio tu, hai voluto offenderla così? Perché mamma, perché? Qui nella mia cella di nascosto, ho pianto lacrime di amarezza e di vergogna - quale smarrimento ti ha sorpresa, perché tu abbia potuto compiere un simile atto di debolezza?
E mi sento umiliato al pensiero che tu, sia pure per un solo istante, abbia potuto supporre che io potessi abiurare la mia fede politica pur di riacquistare la libertà. Tu che mi hai sempre compreso, che tanto andavi orgogliosa di me, hai potuto pensare questo? Ma, dunque, ti sei improvvisamente così allontanata da me, da non intendere più l'amore, che io sento per la mia idea?
Come si può pensare, che io, pur di tornare libero, sarei pronto a rinnegare la mia fede? E privo della mia fede, cosa può importarmene della libertà? La libertà, questo bene prezioso tanto caro agli uomini, diventa un sudicio straccio da gettar via, acquistato al prezzo di questo tradimento, che si è osato proporre a me.
Nulla può giustificare questo tuo imperdonabile atto.
Lo so, più di te sono colpevoli coloro che ti hanno consigliata di compierlo. Vi sono stati spinti dall'amicizia che per me sentono e dalla pietà che provano per le mie condizioni di salute?
Ma pietà ed amicizia diventano sentimenti falsi e disprezzabili, quando sanno compiere simili azioni. Mi si lasci in pace, con la mia condanna, che è il mio orgoglio e con la mia fede, che è tutta la mia vita.
Non ho chiesto mai pietà a nessuno e non ne voglio. Mai mi sono lagnato di essere in carcere e perché, dunque, propormi un così vergognoso mercato?
E tu povera mamma ti sei lasciata persuadere, perché troppo ti tormenta il pensiero, che io non ti trovi più al mio ritorno. Ma dimmi, mamma, come potresti abbracciare tuo figlio, se a te tornasse macchiato di un così basso tradimento? Come potrei viverti vicino, dopo aver venduto la mia fede, che tu hai sempre tanto ammirata?
No, mamma, meglio che tu continui a pensarlo qui, in carcere, ma puro d'ogni macchia, questo tuo figliuolo, che vedertelo vicino colpevole, però, d'una vergognosa viltà.
Che male ho fatto per meritare questa offesa?
Forse ho peccato di orgoglio, quando andavo superbo di te, che con fiera rassegnazione sopportavi il dolore di sapermi in carcere. E ne parlavo con orgoglio ai miei compagni. E adesso non posso più pensarti, come sempre ti ho pensata: qualche cosa hai distrutto in me, mamma, e per sempre.
E' bene che tu conosca la dichiarazione da me scritta all'invito se mi associavo alla domanda da te presentata. Eccola:
"La comunicazione, che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore, mi umilia profondamente. Non mi associo, quindi, ad una simile domanda, perché sento che macchierei la mia fede politica, che più d'ogni altra cosa, della mia stessa vita, mi preme."
Per questo mio reciso rifiuto la tua domanda sarà respinta. E adesso non mi rimane, che chiudermi in questo amore, che porto alla mia fede e vivere di esso. Lo sento più forte in me, dopo questo tuo atto.
E mi auguro di soffrire pene maggiori di quelle sofferte sino ad oggi, di fare altri sacrifici, per scontare io questo male che tu hai fatto. Solo così riparata sarà l'offesa, che è stata recata alla mia fede ed il mio spirito ritroverà finalmente la sua pace. Ti bacio, tuo Sandro.

P.S. Non ti preoccupare della mia salute, se starai molto priva di mie lettere.


Che iddio ti cerry!

martedì 12 febbraio 2013

Vabbè...

A questo punto potrei anche smettere.

Dialogo:
- Ta pias?
- L'è bel! Chi là fat? Ti?
- No, Carmelo Bene.
...

Che iddio ti cerry.

sabato 9 febbraio 2013

Indiana Gions

LE COLONNE X DI VIA LARIO

C’è un mistero in pieno quartiere Isola. Due colonne, in apparenza antiche, conficcate nell’asfalto del marciapiede, proprio all’incrocio tra le vie Lario e Francesco Arese. Intorno solo traffico e palazzi, niente che possa scatenare deduzioni alla Indiana Jones. Che senso hanno allora?


Utilità nessuna, sembra. Troppo distanti per fungere da pali di una porta da calcio, troppo lisce e strette per appenderci i manifesti. Eppure si ritrovano lì e una ragione ci sarà, evocativa, monumentale, non so.
Inizio a investigare nei paraggi, desideroso di scoprirne la storia e chissà, il nome di battesimo: in fondo son gemelle pure loro. Tra le raffiche di “boh” e “abito altrove” spiccano a fine giornata le versioni di cinque “isolani da sempre”, tutte contrastanti.
Ipotesi 1, isolano documentato. “Ho letto opuscoli, ho parlato con studiosi. Sostenevano una vecchia porta di accesso a Milano, dove avvenivano controlli pre-doganali”.
Ipotesi 2, isolana forcaiola. “Un tempo ci legavano ai polsi le coppie di molesti litiganti che a suon di risse e spargimenti di veleni minavano la tranquillità della zona. I due erano costretti a stare lì e a far pace discutendo, dopo ore di insulti e sputi. Guardi che servirebbe ancora eh”.
Ipotesi 3, isolana strutturista. “Colonne antiche? Medioevo? Bufale! Le hanno costruite 30 anni fa insieme ai palazzi, per riequilibrare il terreno”.
Ipotesi 4, isolano in sella. “Hai presente il circuito a forma di ‘8’ che eseguono i motociclisti durante l’esame per la patente? Ne ho visti molti che vengono a esercitarsi qui girando intorno alle due colonne”.
Ipotesi 5, isolano apocalittico. “Macché, servono a misurare le inondazioni del Seveso, che passa qui sotto interrato. Perché ne han fatte due? Beh, metta che una crolli con la piena…”

Che iddio ti cerry!